Un articolo si presenta al pubblico con una forma precisa, unica. Una forma che incide sui risultati. Il concetto è semplice: puoi scrivere il miglior articolo di questo mondo, ma se non lo rendi leggibile non puoi pretendere grandi performance.
Anzi, molto probabilmente verrà ignorato. Perché il tempo è importante, i tuoi lettori non vogliono impiegare 15 minuti per leggere una manciata di periodi. Ci sono delle regole, semplici regole che ho riassunto in questo post dedicato alla legibilità di un testo
Migliorare la leggibilità, però, non significa semplicemente dividere il testo in paragrafi, inserire sottotitoli, puntare su un design responsive e inserire delle liste puntate. Questi sono elementi che possono determinare il successo o l’insuccesso di un post, ma per scrivere contenuti facili da leggere non basta curare i dettagli. Vuoi qualche consiglio? Ecco 4 regole che rispetto sempre quando scrivo un articolo.
1. Naturalezza
Il modo migliore per complicare il tuo articolo: usare un linguaggio che non ti appartiene, complicare inutilmente il testo per dare un’impressione diversa.
Anzi, nella maggior parte dei casi ti darà solo pessimi risultati. Le persone non vogliono affrontare periodi chilometrici, e non vogliono consultare il dizionario ogni 2 minuti. Vogliono leggere e capire, per poi condividere. Tu sei in grado di offrire questo?
La personalità fa parte del tuo essere blogger, arricchisce il contenuto e lo rende unico. Inimitabile. Il tuo compito è questo: esprimere la personalità anche attraverso una scrittura naturale, semplice, non impegnativa. Ma attenzione: c’è una differenza tra semplice e banale. E la differenza si trova nella polpa, nella sostanza: dai risalto ai passaggi importanti.
2. Lunghezza
Punto dolente per la maggior parte dei webwriter e dei blogger. Il motivo? Nella maggior parte dei casi la lunghezza di un post è un dogma, un elemento che non può essere messo in discussione: devi scrivere, e devi scrivere tanto. Perché questa è l’idea che spesso viene condivisa un contenuto di qualità è un contenuto abbondante.
La sindrome dell’Accademia può fare danni, ma anche quella del post più lungo non scherza: con questo obiettivo si pubblicano articoli gonfi di paragrafi inutili. Sai cosa significa questo? Meno tempo disponibile per i contenuti importanti.
3. Organizzazione
Sai perché non riesci a organizzare i tuoi testi? E sai perché continui ad aggiungere paragrafi inutili al tuo articolo? Non lavori sulla fase preparativa, ovvero non crei uno schema utile per definire i passi da affrontare dal testo. In questo modo continui a scrivere senza una meta, e il risultato è davanti ai tuoi occhi: una montagna di testo ridondante.
Ma non solo. Un testo disorganizzato è un testo diviso in paragrafi smunti, senza mordente, divisi da sottotitoli che non danno informazioni utili al lettore. E magari inserisce liste puntate solo perché sono facili da leggere. In realtà tutti i consigli per creare un testo leggibile diventano inutili se non hai organizzato il testo.
Molti blogger usano la scaletta (attacco, svolgimento, approfondimento, chiusura) per definire i punti da affrontare in un articolo. Io esco da questo schematismo, ma per ogni post organizzo la scrittura: come devo affrontare questo punto? Cosa devo approfondire? Posso delegare questo aspetto a un link di approfondimento? La buona scrittura si pianifica.
4. Rilettura
La rilettura è una fase fondamentale della scrittura. Devi sempre rileggere prima di pubblicare: in questo modo puoi eliminare eventuali refusi. Ma io preferisco dedicare una seconda rilettura al testo per migliorarne la leggibilità.
Io preferisco evitare tutto questo e dedicare un po’ di tempo alla leggibilità. Controllo la coerenza dei paragrafi, elimino testo inutile, trovo dei sottotitoli in grado di introdurre nel modo migliore le sezioni del post. I lettori hanno poco tempo a disposizione, lo ripeto, per questo tu devi rendere ogni passaggio più semplice possibile.
Giusy D'atria
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